finissage













Mostra prorogata fino al 22 gennaio 2011

Finissage sabato 22 gennaio 2011
dalle ore 21.30 fino alle 24
Officina Giovani – Cantieri Culturali Ex Macelli
Piazza Macelli 4, Prato

Durante il finissage si svolgeranno

Tempesta di neve di Fermín Jiménez Landa, intervento nel buffet.

– la performance Dancing in the dark. Valentina Lapolla in collaborazione
con il laboratorio di danza aliREmote e con Augusto Buzzegoli.
Alle 21.30 e alle 23, sala Laboratorio Arti Figurative.

 

I. Tempesta di neve, intervento nel buffet. Fermín e io, la
metropolitana e un aereo mai partito.
Sulla metropolitana di ritorno a casa dopo la lunga attesa del volo Ryanair
6423 mai partito dall’aeroporto di Valencia per la tempesta di neve che
imperversava in quasi tutta Italia, abbiamo capito che la nostra voglia,
passione o desiderio non era l'arma giusta per combattere la nevicata
che stava bloccando Prato proprio il giorno prima dell'inaugurazione della
mostra (che oggi finisce) ma, che invece sarebbe potuta servire per
trasformare una frustrazione che pareva inevitabile nell'opportunità di
dare continuità a questo progetto.
Non è la prima volta che Fermín Jiménez Landa lavora con la neve, e non
a caso è stato lui il primo a scherzare sulle palle di neve. Non c'è stato
bisogno di arrivare alla fermata successiva per cogliere questo fatto
come un'offerta per lavorare a un nuovo ritrovo.
Nel 2009 Fermín aveva preso della neve conservandola fino all'arrivo
dell'estate per fare allora una battaglia di palle di neve e trasformare per
pochi minuti il paesaggio estivo in un fugace inverno, azione trasformata
in video e fotografia dal titolo Pronto es bueno, pero más pronto es mejor
(Presto è bene, ma ancora più presto è meglio).
Proprio il secondo giorno che ci siamo visti_Fermín e io (il primo era stato
in un bel pranzo a casa di Greta, artista con cui in quel momento si
lavorava per una mostra anche a Prato) mi fece vedere il suo lavoro
raccontandomi l'idea che allora aveva in mente ma che poi, per diverse
ragioni, ha trasformato e che sarà presentata a marzo allo spazio T20 di
Murcia, Spagna.
Questo primo progetto consisteva nel fare con il ghiaccio la forma del
Frigopié, gelato rosa a forma di piede con cui in tanti bambini spagnoli
siamo cresciuti (in altezza e lunghezza) e che abbiamo desiderato nella
nostra infanzia.
E quando siamo arrivati a Xátiva, la nostra fermata, abbiamo capito che si
ricominciava a lavorare.
Poi c'è stata la mostra, e la neve (almeno quella) è andata via, ma la
voglia è cresciuta e quando ho ricevuto da Luca, il grafico della mostra,
una cara immagine fotografica dove si vedevano le bottiglie di spumante
messe nella neve, l’ho girata subito a Kaoru e Fermín. E' stato il colpo
definitivo per far sì che pochi giorni dopo Fermín mi inviasse una mail
nella quale mi proponeva di trasportare magicamente quella stessa neve
all'interno delle nostre bevande del finissage, a modo di palla, come se
si trattasse di un souvenir.

II. Dancing in the dark. L’altro lato del telefono.
Lo stesso entusiasmo c’era sempre dall’altra parte del telefono, anche
se l’aeroporto era chiuso il team di lavoro è stato come sempre
disponibile e aperto.
Una volta passata la tempesta-inaugurazione ho trovato Valentina Lapolla
su skype e senza renderci conto eravamo di nuovo a pensare ad un altro
progetto per andare un altro passo avanti, fino a incrociare il percorso
artistico di Valentina che ultimamente si è avvicinato al mondo della
performance e della danza. Quest'ultimo interesse è nato grazie alla sua
amicizia con Elisa Romagnani, danzatrice, coreografa e fondatrice del
laboratorio di danza aliREmote, con cui è realizzata anche la performance
Dancing in the dark di stasera, nella formazione Enrico L'Abbate, Claudia
Mannelli, Elisa Romagnani.
La performance nasce con il gusto di giocare a mettere insieme alcune
suggestioni sparse e alcuni incontri. Il titolo della mostra e Salvador Dalì
quando descrive “un uomo (che) fissa sognante un punto luminoso che
prende per una stella...”; una canzone famosa presa alla lettera insieme
ai ballerini di Jerome Bel che, nello spettacolo The show must go on, si
attengono ai testi di note canzoni pop; il ritrovarsi di Valentina per le
vacanze di Natale con Augusto Buzzegoli a spalare la neve davanti alla
mostra e la sera dopo andare a vedere alcune performance in giro per
Prato, con le idee che prendono vita e si chiariscono.
E infine la libertà di sperimentare e di potersi chiedere senza paura “Ma
che succede se...” (se togliamo alla danza il piacere-trappola della
seduzione visiva in una mostra di arti visive)?
Si puo' creare un nuovo ambiente? Un corpo a corpo dove si balla ormai
dopo che la musica è finita, come un atto di ribellione, di ricerca in questo
buio ottimista presente da quando abbiamo cominciato questo progetto.